mercoledì 30 gennaio 2008

Pattini

Coraggio, stiamo tornando operativi... Il cervellino ricomincia a pedalare, ed è già un buon segno (sotto un certo punto di vista, sotto altri era meglio che se ne stesse in standby, ma tant'è, bisogna accettarsi così come si è...).
Oggi la febbre è scesa, ho ancora la testa intorpidita e le forze da dosare col contagocce, ma perlomeno riesco a preparare i pasti. Oddio, Papigà in questi giorni è stato prodigo, sebbene anche lui avesse la sua bella dose di tosse e malanneria varia, ma insomma, i pasti almeno preferisco prepararli io. Poi i piatti li lavi pure chi ne ha voglia che non dico di no, grazie.
In questi giorni sto facendo una full-immersion nei miei ricordi, mi hanno detto che è terapeutico. Lo so, non dovrei scivolare troppo nel personale, ma un mio grosso problema è questo: da tanti anni sto buttando via il bambino assieme all'acqua sporca. Io e mio fratello abbiamo sempre litigato e tanto, come succede tra fratelli nel 99 per cento dei casi, ma di una cosa devo dargli atto: non butta via niente. E per "niente" intendo il positivo della nostra infanzia che io inutilmente per trentacinque anni ho represso sperando di trovare pace. Che pace non è. Ma è un discorso troppo complicato e personale per essere sbloggato. Mi limiterò quindi a dire che inauguro un nuovo TAG: "Dal baule".  Per tenere a portata di mouse e di memoria tante piccole, belle, vecchie cose. Sperando che mi aiutino a cambiare marcia.
L'altro giorno, dopo aver parlato con la persona che mi ha suggerito di fare questo tipo di lavorìo interiore (e che io ho accettato), la prima cosa che mi è venuta in mente e che mi ha fatto sorridere è stato... un paio di pattini. Ho cercato invano su internet l'immagine del paio di pattini che avevo in mente, ma sembra che ormai siano nel dimenticatoio del mondo. Erano un paio di pattini (due a dire il vero, a una certa età sono stati sostituiti con un paio più grandi) di quelli in metallo, allungabili, non so se c'è qualcuno che se li ricorda ancora. Avevano sotto due chiavette per modificarne la lunghezza a seconda di quanto cresceva il piede, chiavetta che con il correre su e giù pian piano si allentava fino a farti perdere il pattino e cadere come un pero se non te ne accorgevi in tempo. Sopra erano allacciati alle scarpe tramite due linguette sulla punta e due sui talloni, linguette in plastica forare e attraversate da due lacci. Anche questi, se non li stringevi bene e con doppio o triplo nodo pattinavi per ben poco tempo prima di fare un volo d'angelo verso il pavimento. E di voli d'angelo ne ho fatti tanti, tanti, addirittura su un ginocchio ho ancora il ricordo visibile di uno di quei voli. Ma adoravo quei pattini. Il primo paio aveva le linguette verdi, il successivo le aveva gialle, ed entrambi erano regali di compleanno di... quanti anni fa? Trenta? Venticinque? Si, verosimilmente si. Sfrecciavo via su quegli aggeggi con il pericolo a timer dapprima nel corridoio di casa, successivamente sul marciapiede attorno al caseggiato dove abitavo una volta trasferita in città, infine sull'asfalto della via dove abitavo. E li ho adoperati per tantissimo tempo. Almeno finchè ho raggiunto il mio massimo numero di piede, che è un dignitoso 41, quindi fino a dodici anni di sicuro. E poi...
E poi niente, quei pattini avevano anche un altro difetto: all'interno delle ruote contenevano della piccole sfere di acciaio, che non ricordo come si chiamavano ma quando mio padre le nominava dicendo che le avevo perse iniziavo a sudare. Cuscinetti? Mi sembra, si, cuscinetti. Fatto sta che erano quelle a far girare bene le rotelle, per quello che ne capivo io, quindi se andavano perse o bagnate le ruote non giravano più. E i pattini diventavano difficili da governare finchè ad essere fuori uso era una rotella su quattro, inutilizzabili se le ruote in questione erano due. Così i miei pattini andarono in pensione, come tante altre cose. Ma ho un ricordo piacevolissimo di quegli aggeggi. Ricordo anche di aver invidiato una mia amica che aveva il modello "extralusso", quello con il freno sul davanti, amica invidiata fino al giorno in cui l'ha usato male ed è finita lunga distesa sull'asfalto con il mento dipinto a terra.
Appena guarisco tiro giù i Roller di Papigà, sono un 42 ma con un paio di calzettoni dovrei farmeli andare bene. Ho una tentazione fortissima di sapere se sono ancora capace di pattinare. Sul ghiaccio ho avuto la prova di esserne in grado e di fare la mia porca figura, chissà se reggo anche alla prova-vialetto...

Pattini

Coraggio, stiamo tornando operativi... Il cervellino ricomincia a pedalare, ed è già un buon segno (sotto un certo punto di vista, sotto altri era meglio che se ne stesse in standby, ma tant'è, bisogna accettarsi così come si è...).
Oggi la febbre è scesa, ho ancora la testa intorpidita e le forze da dosare col contagocce, ma perlomeno riesco a preparare i pasti. Oddio, Papigà in questi giorni è stato prodigo, sebbene anche lui avesse la sua bella dose di tosse e malanneria varia, ma insomma, i pasti almeno preferisco prepararli io. Poi i piatti li lavi pure chi ne ha voglia che non dico di no, grazie.
In questi giorni sto facendo una full-immersion nei miei ricordi, mi hanno detto che è terapeutico. Lo so, non dovrei scivolare troppo nel personale, ma un mio grosso problema è questo: da tanti anni sto buttando via il bambino assieme all'acqua sporca. Io e mio fratello abbiamo sempre litigato e tanto, come succede tra fratelli nel 99 per cento dei casi, ma di una cosa devo dargli atto: non butta via niente. E per "niente" intendo il positivo della nostra infanzia che io inutilmente per trentacinque anni ho represso sperando di trovare pace. Che pace non è. Ma è un discorso troppo complicato e personale per essere sbloggato. Mi limiterò quindi a dire che inauguro un nuovo TAG: "Dal baule".  Per tenere a portata di mouse e di memoria tante piccole, belle, vecchie cose. Sperando che mi aiutino a cambiare marcia.
L'altro giorno, dopo aver parlato con la persona che mi ha suggerito di fare questo tipo di lavorìo interiore (e che io ho accettato), la prima cosa che mi è venuta in mente e che mi ha fatto sorridere è stato... un paio di pattini. Ho cercato invano su internet l'immagine del paio di pattini che avevo in mente, ma sembra che ormai siano nel dimenticatoio del mondo. Erano un paio di pattini (due a dire il vero, a una certa età sono stati sostituiti con un paio più grandi) di quelli in metallo, allungabili, non so se c'è qualcuno che se li ricorda ancora. Avevano sotto due chiavette per modificarne la lunghezza a seconda di quanto cresceva il piede, chiavetta che con il correre su e giù pian piano si allentava fino a farti perdere il pattino e cadere come un pero se non te ne accorgevi in tempo. Sopra erano allacciati alle scarpe tramite due linguette sulla punta e due sui talloni, linguette in plastica forare e attraversate da due lacci. Anche questi, se non li stringevi bene e con doppio o triplo nodo pattinavi per ben poco tempo prima di fare un volo d'angelo verso il pavimento. E di voli d'angelo ne ho fatti tanti, tanti, addirittura su un ginocchio ho ancora il ricordo visibile di uno di quei voli. Ma adoravo quei pattini. Il primo paio aveva le linguette verdi, il successivo le aveva gialle, ed entrambi erano regali di compleanno di... quanti anni fa? Trenta? Venticinque? Si, verosimilmente si. Sfrecciavo via su quegli aggeggi con il pericolo a timer dapprima nel corridoio di casa, successivamente sul marciapiede attorno al caseggiato dove abitavo una volta trasferita in città, infine sull'asfalto della via dove abitavo. E li ho adoperati per tantissimo tempo. Almeno finchè ho raggiunto il mio massimo numero di piede, che è un dignitoso 41, quindi fino a dodici anni di sicuro. E poi...
E poi niente, quei pattini avevano anche un altro difetto: all'interno delle ruote contenevano della piccole sfere di acciaio, che non ricordo come si chiamavano ma quando mio padre le nominava dicendo che le avevo perse iniziavo a sudare. Cuscinetti? Mi sembra, si, cuscinetti. Fatto sta che erano quelle a far girare bene le rotelle, per quello che ne capivo io, quindi se andavano perse o bagnate le ruote non giravano più. E i pattini diventavano difficili da governare finchè ad essere fuori uso era una rotella su quattro, inutilizzabili se le ruote in questione erano due. Così i miei pattini andarono in pensione, come tante altre cose. Ma ho un ricordo piacevolissimo di quegli aggeggi. Ricordo anche di aver invidiato una mia amica che aveva il modello "extralusso", quello con il freno sul davanti, amica invidiata fino al giorno in cui l'ha usato male ed è finita lunga distesa sull'asfalto con il mento dipinto a terra.
Appena guarisco tiro giù i Roller di Papigà, sono un 42 ma con un paio di calzettoni dovrei farmeli andare bene. Ho una tentazione fortissima di sapere se sono ancora capace di pattinare. Sul ghiaccio ho avuto la prova di esserne in grado e di fare la mia porca figura, chissà se reggo anche alla prova-vialetto...

martedì 29 gennaio 2008

Ogni tanto capita anche a me di lasciarmi andare...

Mi bruciano gli occhi, la febbre non scende, non riesco a fare nulla. Tossisco e basta.
Ho voglia di coccoleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!

Ogni tanto capita anche a me di lasciarmi andare...

Mi bruciano gli occhi, la febbre non scende, non riesco a fare nulla. Tossisco e basta.
Ho voglia di coccoleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!

LEI...

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Ed eccola, LEI, la mia dama in verde finalmente terminata! Credo che dopo il sampler su lino che ho appeso sul pianerottolo questo sia il lavoro migliore che io abbia mai fatto, con tanto gusto, tanta passione e sicura che alla fine sarei stata orgogliosa del risultato. Giovedì sera sono stata alzata fino a tardi per terminarla, perchè quando mancano poche crocette e si sa che in un paio d'ore il lavoro va a termine... come si fa a lasciarlo lì?
Adesso devo solo guarire in fretta dall'influenza e uscire a procurarmi una degna cornice

Sabato scorso ore 12.35

Gabriele fa i capricci per sedersi a tavola. Ogni tanto ha di queste reminiscenze dei suoi interminabili "terrible two", la nostalgia capita a tutti.
Mamigà inizia con l'applicare il metodo "convincimento bonario con relativa calma applicata".
Senza risultati. Gabriele a tavola non ci vuole venire punto e basta, non gliene frega niente che ci siano gli spaghetti al pomodoro che lui adora.
Mamigà passa al metodo "alzolavoce.zip", che se si decomprime senza le dovute cautele rischia di farsi sentire fino a due abitazioni più in là. Ovviamente senza risultato, visto che il recalcitrante in questione si getta a terra come se lo avessi pugnalato alla schiena.
Indi, si tenta con il metodo "minaccia di cucchiaiata di legno sul sedere", il cui unico risultato è un Gabriele che si incolla per terra tenendosi stampate le mani sul sedere e allontanandosi strisciando dal luogo del desco perchè la minaccia non possa trasformarsi in promessa.
Mamigà prova infine il metodo "minaccia alternativa": toni decisamente tornati alla normalità e una promessa che è tutto un programma: o la mangi adesso o alle quattro al posto del succo con i biscotti.
Niente da fare.
Lampo di genio: inizio a fingere di piangere e frignare come lui. E mi riesce anche bene, perchè Power Ranger Mystic Force si blocca, diventa paonazzo, mi prende il viso tra le manine e mi rassicura del fatto che se la smetto si siede a mangiare, se proprio la cosa mi sconvolge tanto.
Infatti si siede e inizia a mangiare. e poi esordisce con calma:
-Mamma, se piangi perchè faccio i capricci mi viene il mal di testa.


Sabato scorso ore 12.35

Gabriele fa i capricci per sedersi a tavola. Ogni tanto ha di queste reminiscenze dei suoi interminabili "terrible two", la nostalgia capita a tutti.
Mamigà inizia con l'applicare il metodo "convincimento bonario con relativa calma applicata".
Senza risultati. Gabriele a tavola non ci vuole venire punto e basta, non gliene frega niente che ci siano gli spaghetti al pomodoro che lui adora.
Mamigà passa al metodo "alzolavoce.zip", che se si decomprime senza le dovute cautele rischia di farsi sentire fino a due abitazioni più in là. Ovviamente senza risultato, visto che il recalcitrante in questione si getta a terra come se lo avessi pugnalato alla schiena.
Indi, si tenta con il metodo "minaccia di cucchiaiata di legno sul sedere", il cui unico risultato è un Gabriele che si incolla per terra tenendosi stampate le mani sul sedere e allontanandosi strisciando dal luogo del desco perchè la minaccia non possa trasformarsi in promessa.
Mamigà prova infine il metodo "minaccia alternativa": toni decisamente tornati alla normalità e una promessa che è tutto un programma: o la mangi adesso o alle quattro al posto del succo con i biscotti.
Niente da fare.
Lampo di genio: inizio a fingere di piangere e frignare come lui. E mi riesce anche bene, perchè Power Ranger Mystic Force si blocca, diventa paonazzo, mi prende il viso tra le manine e mi rassicura del fatto che se la smetto si siede a mangiare, se proprio la cosa mi sconvolge tanto.
Infatti si siede e inizia a mangiare. e poi esordisce con calma:
-Mamma, se piangi perchè faccio i capricci mi viene il mal di testa.


domenica 27 gennaio 2008

Per Larafa e tutti gli altri che si sono preoccupati...

... no l'influ non è passata in secondo piano. Gabri sta smaltendo una quantità esagerata di catarro ma sta decisamente meglio, adesso la tracheite l'ho presa io. Ma ho messo a schiavitù mio marito e mi autocostringo a riposo altrimenti non se ne esce.
Eccheccavolo.

Per Larafa e tutti gli altri che si sono preoccupati...

... no l'influ non è passata in secondo piano. Gabri sta smaltendo una quantità esagerata di catarro ma sta decisamente meglio, adesso la tracheite l'ho presa io. Ma ho messo a schiavitù mio marito e mi autocostringo a riposo altrimenti non se ne esce.
Eccheccavolo.
Che io sia di destra o di sinistra non ha importanza, una cosa devo dirla.
E' perfettamente inutile che ci lamentiamo che in Europa non ci prendono sul serio, quando in Parlamento uomini pagati con i nostri stipendi si comportano come ragazzini del liceo, che litigano per tenersi la sedia attaccata al sedere alla stessa maniera in cui dei quindicenni si contendono miss Teenager.
Nella mia innocenza di ragazzina, quando a scuola ci insegnavano che in Parlamento vi sono persone preposte a servire il Paese cercando soluzioni per il bene comune, non immaginavo che un giorno sarei arrivata ad assistere a scene come quella dell'altra sera, scene che tutti abbiamo visto. E non è la prima volta.
Che vergogna... che immensa vergogna...
Che io sia di destra o di sinistra non ha importanza, una cosa devo dirla.
E' perfettamente inutile che ci lamentiamo che in Europa non ci prendono sul serio, quando in Parlamento uomini pagati con i nostri stipendi si comportano come ragazzini del liceo, che litigano per tenersi la sedia attaccata al sedere alla stessa maniera in cui dei quindicenni si contendono miss Teenager.
Nella mia innocenza di ragazzina, quando a scuola ci insegnavano che in Parlamento vi sono persone preposte a servire il Paese cercando soluzioni per il bene comune, non immaginavo che un giorno sarei arrivata ad assistere a scene come quella dell'altra sera, scene che tutti abbiamo visto. E non è la prima volta.
Che vergogna... che immensa vergogna...

venerdì 25 gennaio 2008

Influ

Gabrielino ha una forte tracheite, febbre e stracciolite acuta (ovvero sembra un piccolo cadaverino). Vederlo così mi fa pena, non sono abituata a vederlo ammalato seriamente, anzi se ci penso credo che questa sia effettivamente (e fortunatamente) la prima volta in quattro anni.

Influ

Gabrielino ha una forte tracheite, febbre e stracciolite acuta (ovvero sembra un piccolo cadaverino). Vederlo così mi fa pena, non sono abituata a vederlo ammalato seriamente, anzi se ci penso credo che questa sia effettivamente (e fortunatamente) la prima volta in quattro anni.

mercoledì 23 gennaio 2008

Mamirotta

Sto prendendo un antibiotico per dare teoricamente il colpo di grazia al virus intestinale. Ma tra gli effetti collaterali ci sono vertiggini, spossatezza e torpore agli arti.
Fatto sta che oggi stavo spazzando le scale e sono caduta giù come un pero. Due volte. E ho pianto come una scema.
Non è possibile che non riesca a recuperare le forze, che da settimane viva appesa alla mia forza di volontà e ai turni di riposo di Papigà. Mi sento a terra, ho perso troppo peso e troppo in fretta e se non mi do una regolata mi verranno a prendere col cucchiaio.
Ma non ho pianto per il dolore nè per l'umiliazione. Ho pianto di rabbia perchè d'istinto, nel cadere, mi sono appoggiata alla scopa.
Seeee.... da quando in qua una scopa che non sia quella magica della Befana riesce a sorreggere in piedi un peso...

Mamirotta

Sto prendendo un antibiotico per dare teoricamente il colpo di grazia al virus intestinale. Ma tra gli effetti collaterali ci sono vertiggini, spossatezza e torpore agli arti.
Fatto sta che oggi stavo spazzando le scale e sono caduta giù come un pero. Due volte. E ho pianto come una scema.
Non è possibile che non riesca a recuperare le forze, che da settimane viva appesa alla mia forza di volontà e ai turni di riposo di Papigà. Mi sento a terra, ho perso troppo peso e troppo in fretta e se non mi do una regolata mi verranno a prendere col cucchiaio.
Ma non ho pianto per il dolore nè per l'umiliazione. Ho pianto di rabbia perchè d'istinto, nel cadere, mi sono appoggiata alla scopa.
Seeee.... da quando in qua una scopa che non sia quella magica della Befana riesce a sorreggere in piedi un peso...

Gitarella

Oggi le maestre hanno portato la classe di Gabri in visita alla biblioteca comunale, e a ogni bimbo hanno fatto noleggiare un libro da portare a casa e restituire venerdì prossimo. L'iniziativa è molto bella secondo me, tanto più che a Power Ranger i libri piacciono molto come passatempo (ha scelto un libro di fiabe comunque). Ma la trippata...
-Allora more, come siete andati in biblioteca, a piedi?
-Si mamma, era tanta strada sai... (200 metri, ndM).
-Vi siete messi tutti in fila?
-Si, in fila per due, e abbiamo attraversato la strada.
-Con chi eri a manina?
-Con Antonella.
E' una bella bambina?
-Siiiii, e anche simpatica. Però la chiamiamo Caccola.
-Si vabbè... anche lei? Non solo Federica?
-Sai mamma, tutte le bambine le chiamiamo Caccola, perchè sono delle caccole.
-Voglio vedere come la pensi tra una decina d'anni, Power Ranger Mystic Force coi denti da latte...

Gitarella

Oggi le maestre hanno portato la classe di Gabri in visita alla biblioteca comunale, e a ogni bimbo hanno fatto noleggiare un libro da portare a casa e restituire venerdì prossimo. L'iniziativa è molto bella secondo me, tanto più che a Power Ranger i libri piacciono molto come passatempo (ha scelto un libro di fiabe comunque). Ma la trippata...
-Allora more, come siete andati in biblioteca, a piedi?
-Si mamma, era tanta strada sai... (200 metri, ndM).
-Vi siete messi tutti in fila?
-Si, in fila per due, e abbiamo attraversato la strada.
-Con chi eri a manina?
-Con Antonella.
E' una bella bambina?
-Siiiii, e anche simpatica. Però la chiamiamo Caccola.
-Si vabbè... anche lei? Non solo Federica?
-Sai mamma, tutte le bambine le chiamiamo Caccola, perchè sono delle caccole.
-Voglio vedere come la pensi tra una decina d'anni, Power Ranger Mystic Force coi denti da latte...

SEI!!!

85b15yf85b15yf85b15yf
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Cavolo, ne ho vinti sei! Sei oscar! Alla faccia... Li ho ricevuti da Larafa, Mammachioccia63, Roberta67, Valexsticher, la Smemo e Greenwitch.
E' uno di quei giochini che mi piacciono tanto... Bisogna affibbiare un oscar a dieci persone titolari di altrettanti blogs, blog che in qualche modo ci regalano qualcosa di positivo e la cui compagnia ci fa piacere.
Così  ora tocca a me. Vediamo. Di persone che leggo con piacere ce ne sono tante...  Praticamente tutte quelle linkate qui a fianco, e alcune sono linkate solo nel mio blog a crocette.
Quindi... senza stare a stressare chi di questi giochini non ne vuol sapere, sappiate che lancio un vero OSCAR a tutte le persone che ultimamente si sono fermate a commentare il mio blog, perchè per me sono una compagnia insostituibile e non solo.
Ps. Questo post è "bissato" DI LA', non mi va di stare a cercare di nuovo le parole per esprimere lo stesso concetto...



SEI!!!

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Cavolo, ne ho vinti sei! Sei oscar! Alla faccia... Li ho ricevuti da Larafa, Mammachioccia63, Roberta67, Valexsticher, la Smemo e Greenwitch.
E' uno di quei giochini che mi piacciono tanto... Bisogna affibbiare un oscar a dieci persone titolari di altrettanti blogs, blog che in qualche modo ci regalano qualcosa di positivo e la cui compagnia ci fa piacere.
Così  ora tocca a me. Vediamo. Di persone che leggo con piacere ce ne sono tante...  Praticamente tutte quelle linkate qui a fianco, e alcune sono linkate solo nel mio blog a crocette.
Quindi... senza stare a stressare chi di questi giochini non ne vuol sapere, sappiate che lancio un vero OSCAR a tutte le persone che ultimamente si sono fermate a commentare il mio blog, perchè per me sono una compagnia insostituibile e non solo.
Ps. Questo post è "bissato" DI LA', non mi va di stare a cercare di nuovo le parole per esprimere lo stesso concetto...

SEI!!!

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Cavolo, ne ho vinti sei! Sei oscar! Alla faccia... Li ho ricevuti da Larafa, Mammachioccia63, Roberta67, Valexsticher, la Smemo e Greenwitch.
E' uno di quei giochini che mi piacciono tanto... Bisogna affibbiare un oscar a dieci persone titolari di altrettanti blogs, blog che in qualche modo ci regalano qualcosa di positivo e la cui compagnia ci fa piacere.
Così  ora tocca a me. Vediamo. Di persone che leggo con piacere ce ne sono tante...  Praticamente tutte quelle linkate qui a fianco, e alcune sono linkate solo nel mio blog a crocette.
Quindi... senza stare a stressare chi di questi giochini non ne vuol sapere, sappiate che lancio un vero OSCAR a tutte le persone che ultimamente si sono fermate a commentare il mio blog, perchè per me sono una compagnia insostituibile e non solo.
Ps. Questo post è "bissato" DI LA', non mi va di stare a cercare di nuovo le parole per esprimere lo stesso concetto...

Odori

Com'è che stamattina ho le finestre spalancate, l'unica cosa che ho in forno è il pane che sto cuocendo e sta entrando un intenso odore di frittelle da ogni apertura?
Oh tu, non so quale delle mie vicine tu sia, ma non oserai mica riempire casa mia di un cotal profumo di buono senza condividere il frutto del tuo lavoro?

Odori

Com'è che stamattina ho le finestre spalancate, l'unica cosa che ho in forno è il pane che sto cuocendo e sta entrando un intenso odore di frittelle da ogni apertura?
Oh tu, non so quale delle mie vicine tu sia, ma non oserai mica riempire casa mia di un cotal profumo di buono senza condividere il frutto del tuo lavoro?

martedì 22 gennaio 2008

Ma no...

... non è mia suocera che è strana. E' che abbiamo un bel rapporto per fortuna, e credo che sia quasi esclusivamente perchè abitiamo a 12 km di distanza. Io in casa loro mi sono sempre sentita trattata come una figlia, di conseguenza abbiamo molta confidenza e io mi sento molto libera di parlarle come parlassi a mia madre. Anche di mandarla a quel paese quando necessario, come lei ci manda me. Credo che si goda entrambe anche di una certa dose di tolleranza per carattere, il che non può che favorirci in uno dei rapporti più difficili che esistano, quello tra suocera e nuora.
Ma so di essere una delle poche fortunate sul pianeta

Ma no...

... non è mia suocera che è strana. E' che abbiamo un bel rapporto per fortuna, e credo che sia quasi esclusivamente perchè abitiamo a 12 km di distanza. Io in casa loro mi sono sempre sentita trattata come una figlia, di conseguenza abbiamo molta confidenza e io mi sento molto libera di parlarle come parlassi a mia madre. Anche di mandarla a quel paese quando necessario, come lei ci manda me. Credo che si goda entrambe anche di una certa dose di tolleranza per carattere, il che non può che favorirci in uno dei rapporti più difficili che esistano, quello tra suocera e nuora.
Ma so di essere una delle poche fortunate sul pianeta

Dialoghi tra suocera e nuora

-Sara, domani mattina sai dove devo andare vero?
-Si, a farti operare la prima cataratta. E allora?
-Beh, si mi succede qualcsoa sai cosa fare vero?
-Qualcosa cosa?
-Si insomma, se dovessi... si ecco... non tornare.
-?
-Non dirmi che non hai capito.
-Mah guarda, secondo me stai esagerando di un tichinin, non di molto eh... Io non so cosa intendi per "sai cosa fare", ma qualcosa che potresti fare tu te lo suggerisco io. Prima di partire lascia scritto su  un foglietto che in caso di morte mi lasci in eredità solo ed esclusivamente il tuo sacco che tu chiami degli stracci. Va bene?
Due minuti di silenzio.
-Sara?
-Si?
-Ma vai a cag... va!

Dialoghi tra suocera e nuora

-Sara, domani mattina sai dove devo andare vero?
-Si, a farti operare la prima cataratta. E allora?
-Beh, si mi succede qualcsoa sai cosa fare vero?
-Qualcosa cosa?
-Si insomma, se dovessi... si ecco... non tornare.
-?
-Non dirmi che non hai capito.
-Mah guarda, secondo me stai esagerando di un tichinin, non di molto eh... Io non so cosa intendi per "sai cosa fare", ma qualcosa che potresti fare tu te lo suggerisco io. Prima di partire lascia scritto su  un foglietto che in caso di morte mi lasci in eredità solo ed esclusivamente il tuo sacco che tu chiami degli stracci. Va bene?
Due minuti di silenzio.
-Sara?
-Si?
-Ma vai a cag... va!

sabato 19 gennaio 2008

Raccolta differenziata

Nel gran parlare di questi giorni del problema spazzatura in Campania, e ne parliamo spesso in famiglia in termini che non intendo sbloggare (l'ho già detto che raramente mi sentirete esprimere i miei pensieri riguardo a temi di attualità, politica eccetera, non è luogo questo in cui desidero instaurare battaglie ideologiche), c'è una cosa che in questi giorni ci sta sorprendendo in maniera piacevole.
Gabriele sta facendo la raccolta differenziata dei suoi rifiuti.
Ossia.
In casa nostra la raccolta differenziata non è un'abitudine, nè una cosa che ci autoimponiamo: è semplicemente una delle tante cose che facciamo senza nemmeno accorgerci più da tempo immemore, come quando sali in auto e non stai mai a pensare quale pedale pigiare per primo per farla partire. Lo fai e basta. Disponiamo di un sottoscala per metà dedicato alle lettiere delle iene Miagolens, sotto a una scaffalatura in ferro, e per metà è occupato dai contenitori per la raccolta differenziata. Ci siamo talmente abituati ad usarli per qualsiasi cosa ci capiti tra le mani che perfino le carte delle caramelle finiscono nell'apposito bidone. E lo facciamo appunto con la scioltezza di quando usiamo le posate a tavola o indossiamo le mutande.
Bene, da qualche giorno ci siamo accorti di essere stati osservati, evidentemente di nascosto, da un quattrenne alto un metro e sei. Quattrenne che senza dire ne A nè B quando ha finito di bere il suo succo di frutta va nel sottoscala, butta la bustina della cannuccia nel bidone della plastica e la scatoletta nel contenitore della carta e cartone. Esordendo poi con aria preoccupata con un "va bene così?", giusto per rassicurarsi di non aver confuso per errore i depositi.
Non c'è che dire, evidentemente l'esempio è più efficace delle parole. Speriamo continui così.
Perchè ci vuole veramente poco.

Raccolta differenziata

Nel gran parlare di questi giorni del problema spazzatura in Campania, e ne parliamo spesso in famiglia in termini che non intendo sbloggare (l'ho già detto che raramente mi sentirete esprimere i miei pensieri riguardo a temi di attualità, politica eccetera, non è luogo questo in cui desidero instaurare battaglie ideologiche), c'è una cosa che in questi giorni ci sta sorprendendo in maniera piacevole.
Gabriele sta facendo la raccolta differenziata dei suoi rifiuti.
Ossia.
In casa nostra la raccolta differenziata non è un'abitudine, nè una cosa che ci autoimponiamo: è semplicemente una delle tante cose che facciamo senza nemmeno accorgerci più da tempo immemore, come quando sali in auto e non stai mai a pensare quale pedale pigiare per primo per farla partire. Lo fai e basta. Disponiamo di un sottoscala per metà dedicato alle lettiere delle iene Miagolens, sotto a una scaffalatura in ferro, e per metà è occupato dai contenitori per la raccolta differenziata. Ci siamo talmente abituati ad usarli per qualsiasi cosa ci capiti tra le mani che perfino le carte delle caramelle finiscono nell'apposito bidone. E lo facciamo appunto con la scioltezza di quando usiamo le posate a tavola o indossiamo le mutande.
Bene, da qualche giorno ci siamo accorti di essere stati osservati, evidentemente di nascosto, da un quattrenne alto un metro e sei. Quattrenne che senza dire ne A nè B quando ha finito di bere il suo succo di frutta va nel sottoscala, butta la bustina della cannuccia nel bidone della plastica e la scatoletta nel contenitore della carta e cartone. Esordendo poi con aria preoccupata con un "va bene così?", giusto per rassicurarsi di non aver confuso per errore i depositi.
Non c'è che dire, evidentemente l'esempio è più efficace delle parole. Speriamo continui così.
Perchè ci vuole veramente poco.

venerdì 18 gennaio 2008

Ommioddio...

... c'è anche il deposito!
Stamattina mia suocera mi ha chiesto di riporre una coperta nella parte più alta dell'armadio. Io salgo sulla sedia con la coperta in braccio, apro l'anta a due scomparti... e che ti trovo? UN INTERO DEPOSITO DI SOPRAMMOBILI!!! Sono quelli che non espone perchè prettamente natalizi...
Non oso immaginare cosa salterà fuori in seguito.

Ommioddio...

... c'è anche il deposito!
Stamattina mia suocera mi ha chiesto di riporre una coperta nella parte più alta dell'armadio. Io salgo sulla sedia con la coperta in braccio, apro l'anta a due scomparti... e che ti trovo? UN INTERO DEPOSITO DI SOPRAMMOBILI!!! Sono quelli che non espone perchè prettamente natalizi...
Non oso immaginare cosa salterà fuori in seguito.

Punti di vista

IM003785Qualcuno che stimo, tempo fa mi disse "ricordati, c'è chi in un sacco pieno di ritagli di stoffa ci vede tanti pezzi di stracci, e chi ci vede coperte, presine, tovagliette, sacchettini, coprigrucce, cuscini e quant'altro. Devo chiedere a mia suocera di lasciarmi in eredità solo il suo sacco degli avanzi. Perchè ogni volta che desidera liberarsi di pezzi di stoffa che secondo lei sono solo "avanzi, ritagli e pezze," io strabuzzo gli occhi e porto a casa senza fiatare.
Questo è quanto ho rimediato oggi. Peccato che la foto non renda merito...